“If photographers are responsible for creating or reflecting an image of women in society, then, I must say, there is only one way for the future, and this is to define women as strong and independent. This should be the responsibility of photographers today: to free women, and finally everyone, from the terror of youth and perfection.”
Parto da questa citazione del grande fotografo Peter Lindbergh perché oggi voglio parlarti di qualcosa che ultimamente mi sta appassionando tantissimo: un particolare tipo di fotografia boudoir moderna che ho ribattezzato “boudoir noir”.
Qualche mese fa a Milano ho partecipato a un workshop della fotografa texana Kara Marie dedicato proprio a questo stile fotografico e me ne sono completamente innamorata! Mi ha catturato così tanto che sto iniziando a proporlo sempre più spesso alle mie clienti che desiderano fare un servizio fotografico di ritratto artistico.
Ma andiamo con ordine… ti racconto di più in questo articolo.
Che cos’è la fotografia boudoir noir
In generale, il “boudoir” è uno stile fotografico dedicato alla femminilità e alle sue forme, che vengono ritratte con audacia ed eleganza, senza giudizio né canoni estetici in cui rientrare.
Il boudoir noir è il nome che ho scelto di utilizzare per proporre alle mie clienti una tipologia di fotografia boudoir moderna, essenziale e onesta, che coglie la bellezza autentica delle donne fotografate e l’essenza della femminilità senza sovrastrutture. In un servizio fotografico boudoir noir le donne possono essere e sentirsi completamente se stesse, senza la necessità di un restyling glamour o di ritocchi fotografici estremi. In questo tipo di immagini le donne sono sexy ma non perché assumano pose provocatorie: lo sono semplicemente perché la femminilità naturale e autentica è sexy.
Per un servizio fotografico boudoir noir non si utilizza l’abbigliamento glamour che le donne indossano ad esempio nei miei scatti di ritratto artistico: saranno perfetti invece una camicia lunga, un maglione o un blazer a contatto diretto con la pelle. Oppure una sottoveste, l’intimo o anche solo un morbido tessuto: a decidere quanto svelare o nascondere è la donna protagonista dello shooting. In ogni caso, la nudità non viene mai mostrata. C’è un raffinato gioco di vedo non vedo e di trasparenze, dove interessano più i dettagli che l’insieme: la schiena, le spalle, il décolleté, parte del volto.
La parola chiave è “autenticità”: i capelli non sono perfetti, il trucco è naturale, così come il fotoritocco, che è ridotto al minimo, e soprattutto utilizzato per valorizzare la grana della pelle. In questo, l’approccio fotografico boudoir noir è molto in linea con quello di Peter Lindbergh, che ritraeva sì delle celebrità, ma le immortalava senza trucco, con i capelli naturali, in tutta la loro autenticità.
È un inno alla bellezza dell’imperfezione anche nello stile fotografico, che prevede foto mosse, sfocate, sgranate, non artefatte, vive. Si lascia andare la perfezione dello scatto glamour – dove ogni fotografia è quasi un quadro – alla ricerca di un mood più libero e autentico.
Un altro punto in comune con Lindbergh è che la fotografia boudoir noir è prevalentemente in bianco e nero, che per il grande fotografo tedesco “has always been connected to the image’s deeper truth, to its most hidden meaning”. La penso come Lindbergh: il bianco e nero è la foto dell’anima.
Nelle foto di boudoir moderno c’è un gioco di luce e ombra che modella il corpo e rende superfluo il ritocco fotografico. Personalmente, in questo trovo un ritorno alle mie origini, ovvero al reportage fotografico: sono sempre stata attratta dal concetto di “less is more”, dal bianco e nero, dal minimalismo e dal contrasto. Già da adolescente sviluppavo film analogici in bianco e nero nella camera oscura e avevo compreso che luce e ombra danno forma a tutto il resto, mentre se un’immagine è tutta ugualmente illuminata resta piatta. Il gioco di luci e ombre può essere usato a vantaggio dell’immagine e del soggetto ritratto, illuminandone solo piccole parti, valorizzando dove si vuole e lasciando il resto nell’ombra, dando spazio alla fantasia.
Fotografia boudoir noir: un’esperienza intima e trasformativa
Come nei miei ritratti artistici, anche il boudoir noir è una spa per l’anima, ma se vogliamo è un’esperienza ancora più trasformativa perché più intima. È un vero e proprio viaggio che permette alla donna di accettare se stessa e il proprio corpo, pur con tutte le sue imperfezioni.
Le permette di sentirsi forte e bella nella propria pelle, di uscire dalla zona di comfort e di ri- scoprirsi, per accettarsi e amarsi di più.
Per le donne, un servizio fotografico di boudoir moderno è un momento di forte consapevolezza e accettazione di sé stesse, al di là di ogni finzione, un’esperienza quasi sensoriale che permette di abbracciare la propria femminilità, la vera bellezza e la luce che risplende da dentro. È come avere finalmente uno spazio speciale e libero dal giudizio in cui ti dai il permesso di esprimere il tuo io più autentico, non per lo sguardo maschile ma per piacere a te stessa.
Come fotografa ritrattista sono sempre alla ricerca di nuove strade espressive per aiutare le donne a sentirsi più sicure e belle attraverso l’esperienza del ritratto. Tutto parte dal creare un ambiente in cui la donna si senta a proprio agio: io la guiderò in pose diverse, in modo da valorizzarla al massimo e creare la magia.
Non hai bisogno di un motivo per coccolarti, per fermare il tempo e creare un ricordo che ti accompagnerà per sempre. C’è qualcosa di potente nell’avere un ritratto di te stessa che ami davvero, che ti faccia esclamare: “Wow, questa sono io!”.
Non aspettare il momento perfetto, fallo e basta 😉
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